Mauro Capitani

Mauro Capitani e lu Stù

E’ stato un colpo di fulmine quello che ha “inchiodato” il Maestro Capitani allo Stu’. Si trovava nella tabaccheria di San Marino, nota ai collezionisti di carte da gioco, quando si imbattè in quelle curiose carte, con bizzarre ed originali figure che stimolarono la sua creatività, e dalle quali si sentì immediatamente attratto. Tornato a casa, a San Giovanni Valdarno, prese i suoi strumenti di lavoro, colori e pennelli, e rivisitò quelle carte, aggiungendo, filtrando e mescolando il suo immaginario con quello collettivo che le originò. 

Il successivo incontro, anch’esso casuale, con i primi amanti dello Stu’, i Montoriesi, ha poi fatto il resto: Mauro Capitani ha partecipato come ospite dal 2009  alla manifestazione del Grande Torneo di Stù, con la sua presenza e con le sue opere, realizzate anno dopo anno, tutte dedicate ai simboli del gioco.

Questi dipinti rappresentano le carte del gioco, reinterpretate dal Maestro, opere magnifiche in cui Capitani ha miscelato magistralmente la simbologia delle carte con elementi che caratterizzano il paese di Montorio al Vomano. 

Le carte dello Stù interpretate dal Maestro

Matto
olio su tela – 70×100
Solleone
olio su tela – 70×100
Mascherone
olio su tela – 70×100
Secchia
olio su tela – 70×100
Nulla
olio su tela – 70×100
Taverna
olio su tela – 70×100
Gnaf
olio su tela – 70×100
Salta
olio su tela – 70×100
Bbum
olio su tela – 70×100
Cucco
olio su tela – 70×100
Carta numerale
olio su tela – 70×100

Note Biografiche

Mauro Capitani è nato a San Giovanni Valdarno (AR).

La sua formazione inizia all’Istituto d’Arte, successivamente si iscrive a Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Terminati gli studi con una tesi in Storia dell’Arte, inizia alcuni anni dopo ad insegnare Pittura all’Istituto d’Arte.

La sua prima personale risale al 1967. Nel 1974 è invitato in Australia (Brisbane e Sidney) con numerose opere  per una rassegna ufficiale di “Arte Giovane Italiana”. Nel 1978 conosce Mino Maccari che lo incoraggia nelle prime incisioni e lo presenta nello stesso anno nel catalogo di una personale che Capitani tiene alla Galleria Omiccioli di Via Margutta a Roma. Nel 1986 lo scrittore e critico Ferdinando Donzelli lo segnala quale artista di particolare interesse nel catalogo Mondadori dell’Arte Moderna Italiana – N°22 “per la grande fantasia dell’opera e la sapiente cromia lirica dei suoi dipinti”.  Lo storico e critico Tommaso Paloscia nel terzo volume di “Accadde in Toscana” – Arte tra il 1970 e il 2000 – (Ediz. Polistampa) lo annovera tra i protagonisti della pittura di questi anni, delineandone una netta personalità e una fantasia creativa che lo colloca tra gli artisti più interessanti della sua generazione. E’ socio dell’antica Compagnia del Paiolo fondata a Firenze nel 1512 da G.Francesco Rustici.

Ha tenuto numerose personali su invito di pubbliche amministrazioni, Università e gallerie private. Suoi dipinti sono presenti in importanti case d’asta e in rassegne nazionali ed estere. Le reti televisive di “Rai Uno”, Rai Due e Rai Tre, si sono interessate alla sua opera con alcuni servizi nel telegiornale. Recente la pubblicazione della imponente monografia “Mauro Capitani -Sulle rotte del mio tempo” curata da Giovanni Faccenda, nella collana “Artisti italiani del Secondo Novecento” Ediz.Granducale, con l’adesione del Ministero dei Beni e Attività Culturali. Faccenda definisce la sua opera “una tavolozza tra le più prepotentemente ispirate degli ultimi trenta anni” ed ancora “i suoi esiti pittorici si distinguono nella scena contemporanea per un lirismo abitato da lasciti esistenziali, a monte dei quali permane una vocazione autentica per la pittura “alta”. Figura quindi di riferimento in uno scenario contemporaneo ormai orfano di “coloristi” capaci e orientati come lui. Ne sono vibrante dimostrazione i recenti paesaggi ricchi di cromie palpitanti e di fragranze, in cui è facile assaporare fra le altre, quella pregiata, che emana la vera pittura.

Recentissima la collocazione di una grande tavola nelle antiche mura di San Giovanni Valdarno. Opera che celebra la fondazione della città dal progetto di Arnolfo di Cambio. Il dipinto è pubblicato nel volume “Dalla Terra nuova alla città contemporanea”  Pacini Editore 2009.

Di recente  tre suoi grandi bassorilievi sono stati posti nella Pieve Romanica di Pian di Scò (AR), commissionatigli in occasione delle celebrazioni del millennio 1008-2008, dell’imponente monumento architettonico e  una grande Pala dedicata a San Martino è stata collocata nella Pieve di San Martino a Vado ( sec. IX°) in Strada in Casentino – AR – (2009)

Ha eseguito l’opera-progetto risultata vincitrice per la realizzazione della Lancia d’Oro della Giostra del Saracino di Arezzo, per l’edizione 2010, dedicata a Giorgio Vasari.

Hanno scritto di lui: Ferdinando Donzelli, Vittoria Corti, Armando Nocentini, Mino Maccari, Giovanni Omiccioli, Dino Pasquali, Franca Nesi, Domenico Pugliese, Pier Francesco Greci, Tommaso Paloscia, Michele Loffredo, Armando Ginesi, Alvaro Valentini, Giovanni Faccenda, Lodovico Gierut, Marco Fagioli, Valter Rossi, Rodolfo Tommasi, Maurizio Vanni, Franco Ruinetti, Gastone Breddo, Salvatore Italia, Ennio Cerrini, Venturino Venturi, Silvio Loffredo, Romano Battaglia, Luciano Luisi, Vanni Ronsisvalle, Mario De Filippis, Fabrizia Landi, Stefania Vitale, Roberto Valentini e molti altri. E’ incluso nella collana “Storia dell’Arte Italiana del Novecento” a cura di Giorgio Di Genova – Ed. Bora – Bologna